lunedì 19 aprile 2010

Nata dal mare.

A Boris.
Boris è uno di quegli amici che, nella vita, è una fortuna incontrare. Quando ho visto questo dipinto, in giro per la rete, sono rimasta scioccata, perché sembra lui, anche se non lo è. Purtroppo non conosco il nome dell'autore di questo lavoro. Se qualcuno lo sapesse, lo scriva pure fra i commenti, e sarò molto felice di citarlo e ringraziarlo. 
Ho deciso di pubblicare questa riflessione nel blog, per dovere di memoria, o dovrei dire, per piacere di memoria, ma non credo di aver saputo raccontare la parte "alta" del mio amico. So per certo che amava il mare, e che spesso, da quelle parti, ci siamo fatti delle chiacchierate importanti, che ricorderò per sempre. Ero molto giovane, molto sola, confusa, e lui era una porta sempre aperta, ed una mente sempre accesa. Sapeva ascoltare, e parlava pochissimo, o forse io non sapevo ascoltare. Presente quando vorresti tornare indietro e dire meno cose, o più giuste, ed ascoltare di più? Ci penso spesso ma non posso più farlo. Però ci penso. 




                                                                                                                                                                                                        
Mi siedo e scrivo una storia "Nata dal mare". 


Vocali e consonanti si uniscono e creano Parole, poi il vento arriva e se le porta via. Fogli di carta bianca e nera d'inchiostro, sfuggono dalle mani che non sanno impedire gli eventi. Cadono sul mare, i fogli, e poi a riva e sulla sabbia. Volano sugli scogli, sospesi. Si adagiano infine, come fatti di niente e galleggiano. 
Li osservo sconfitta, senza reazioni, emozioni. 
Non urlo, non parlo, non penso e non sento, ma respiro, calma. D'istinto lancio in acqua la penna, che è madre di tutto il creato. Spero affoghino insieme, fogli e penna, senza dolore, come me adesso, immobile, senza reazioni, emozioni.
Non urlo, non parlo, non penso e non sento, ma respiro. Senza dolore, solo il pensiero di lui e nelle orecchie, il mare, che culla e distrae. Il mare che scrive e cancella, che nutre, che all'alba assorbe i colori del giorno e lo accompagna fino a sera, che è fatta di azzurro. Il mare che uccide se uno è stanco. A volte crea, o consola. Sempre accoglie ed ispira. Il mare ci detta, si impone, esiste da sempre, e "sempre" ti penserò di fronte al mare. 



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